Oggi parleremo di un argomento che interessa gli addetti ai lavori e tutti colori che sono interessati ad approcciarsi a un progetto futuro: l’LCA, acronimo che indica Life Cycle Assessment, ovvero valutazione del ciclo di vita.
Cos’è questo ciclo di vita? Come può interessare progettisti e committenti?
Se volete saperne di più, siete nella pagina giusta! Buona lettura.
Il Life Cycle Assessment è lo strumento che consente di valutare l’impatto di un oggetto sull’ambiente studiandone tutti i suoi aspetti, verificandone non solo la fattibilità, ma anche tutti i processi successivi alla sua realizzazione: la vita utile a regime e la dismissione.
Nello specifico, affronteremo l’argomento, in modo semplificato, dal punto di vista edilizio, provando a comprendere come questo sia applicabile sia in casi di nuova costruzione sia in caso di ristrutturazione dell’esistente.
Il LCA è uno studio che include molte discipline, prima tra tante l’economia, che dà un concreto riscontro degli effetti di un intervento sull’ambiente e sui costi. In questo modo, tale strumento può costituire un importante parametro decisionale per il committente di un’opera architettonica.
Per fare una valutazione LCA di un edificio di nuova costruzione, occorre anzitutto definire la durata della vita utile, sia dell’edificio, in relazione alla funzione a cui è destinato, sia del sistema impiantistico. Dall’analisi di queste tempistiche dipendono infatti i cicli manutentivi, che costituiscono una buona percentuale della quantità di energia complessiva necessaria all’uso dell’edificio. Questa è anche definita Embodied Energy.
L’idea di basedel metodo LCA è la registrazione di tutti i flussi di materiale ed energia connessi per la realizzazione di un edificio.
Come anticipato l’intera vita di un sistema viene considerata dalla realizzazione fino alla dismissione; in edilizia, questo vuol dire comprendere:
- l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, valutandone le sostenibilità;
- la fase di fabbricazione del prodotto, stimando le emissioni che emettono i processi di realizzazione;
- il trasporto e la distribuzione, optando quindi per materiali a “km 0”;
- l’utilizzo, comprendendo, quindi, anche gli scarti prodotti dalla sua lavorazione in cantiere (plastiche e imballaggi);
- il recupero, ovvero la possibilità di reimpiegare il materiale alla fine della vita utile dell’edificio (travi in legno ancora in buono stato, coppi ancora ben messi, etc.);
- lo smaltimento finale dei relativi rifiuti, nell’ottica che anche il processo più pulito, oggi produce rifiuti, bisogna essere consapevoli anche dello smaltimento in modo tale che tutto quello che non può essere riutilizzato venga almeno differenziato.
Riportiamo ora la struttura della LCA descritta nella normativa Din/Iso 14040 (e seguenti) in quattro passi:
- Definizione di ambito ed obiettivo (Goal and scope definition), fase di analisi utile alla comprensione dell’oggetto dell’analisi. In questa fase è molto importante porsi un obiettivo da raggiungere in modo tale da avere chiaro lo standard da seguire;
- Analisi dell’inventario (Life Cycle Inventory), fase annotativa nella quale vengono descritti tutti i flussi di materiali ed energie necessari al processo costitutivo dell’oggetto;
- Stima dell’impatto (Life Cycle Impact Assessment), ovvero tramite la redazione di una Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.). Tale stima serve per identificare e quantificare gli effetti ambientali dei sistemi analizzati fornendo gli strumenti per l’analisi finale;
- Interpretazione (Life Cycle Improvement), fase di elaborazione dei dati ottenuti nella quale vengono tracciati i risultati dei bilanci di materiali ed energie, valutando quindi se si rientra nell’obiettivo prefissato nella prima fase.
In Italia, viste le linee guida europee, semplifichiamo lo schema secondo i punti precedenti e lo diluiamo in 6 fasi molto più schematiche:
- Produzione dei materiali e dei componenti per l’edilizia;
- Trasporto di materiali dalle industrie di produzione al luogo di costruzione;
- Costruzione;
- Consumi nella fase operativa: riscaldamento, produzione d’acqua calda sanitaria (ACS), ventilazione meccanica controllata (VMC), ecc.;
- Gestione dei cicli manutentivi dei materiali e dei componenti dell’edificio;
- Processo di demolizione, apporto positivo/negativo derivato dal riciclaggio dei materiali.
È chiaro che un’analisi di questo tipo può variare in base alla grandezza dell’intervento: più è ampio, più sarà vasta l’analisi che si dovrà realizzare.
In conclusione, il LCA è un’analisi fondamentale che ogni tecnico dovrebbe redigere ogni volta che ci si approccia alla realizzazione di un immobile.
La vera importanza di questo strumento sta nella capacità di “smascherare” la finta bioedilizia: immaginate quindi di acquistare una casa in legno venduta come bioedilizia per poi scoprire che le pareti sono state realizzate con pannelli in OBS (un aggregato di scaglie lignee realizzato mediante compressione e incollaggio delle stesse) ad alto contenuto di fenoli.
Se analizzassimo la realizzazione di un pannello in OBS, infatti, ci renderemmo conto dell’enorme quantità di energia che richiede. Inoltre, le colle utilizzate rilasciano composti organici volatili (COV) nell’ambiente.