Ancora una volta il porcellino più grande era deluso dalle prestazioni della sua casa extra lusso. Ma questa volta non gli servì cercare il numero della ditta costruttrice online: era già pronto con il telefono in mano. Tuttavia, invece di sprecare parole, optò per la chat.

E sì, perché verba volant ma scripta manent. Quindi giù a battere furioso sui tasti!

primavera dei tre porcellini

L’imprenditore dall’altro lato sentì un brivido freddo appena vide il nome del suo cliente sulla chat di messaggistica istantanea, tuttavia, per non farsi scoprire con il telefono in mano, sbirciò la notifica facendosi il segno della croce. Ahimé, l’imprenditore era incapace di pregare e aprire il menu a tendina nello stesso momento: aprì la chat, rivelando il suo stato online. Non appena aprì la conversazione e la seconda spunta si materializzò inesorabile come una condanna, il porcellino iniziò a mandare una valanga di messaggi, uno di seguito all’altro. Era come se pigiasse l’invio al posto dello spazio: in mezzo a quella massa di parole sconnesse, l’imprenditore tirò un sospiro e attese che la cosa finisse.

Il succo della storia era sempre quello: “O mi sistema il danno o la denuncio”.primavera dei tre porcellini

Tuttavia l’imprenditore era stanco di quel porcellino, quindi si limitò a rispondere monosillabico: “Mi denunci”.

La denuncia non arrivò mai: in realtà, il porcellino era un leone da tastiera troppo codardo per passare ai fatti.

Finalmente arrivò la bella stagione: una signora in carne con un grande sorriso e una lunga casacca a tema floreale, che qualcuno avrebbe definita “petalosa” in un azzardo di stile. Questa era accompagnata nella strada da una leggera brezza, che continuava a soffiarle intorno come un cagnolino giocoso.

Il fratello minore era stato avvisato del suo arrivo dal suo amico: il progettista bioclimatico. Questo gli aveva detto che quando la signora sarebbe arrivata, lui doveva stare sereno, lasciare aperte le finestre e cambiare spesso l’aria alla sua casa. In questo modo avrebbe accolto la stagione e grazie ai dispositivi bioclimatici accuratamente progettati nella sua casa avrebbe potuto trascorrere una serena primavera.

primavera dei tre porcellini

Quell’anno la temperatura era parecchio alta e quando Primavera giunse alla casa del primo porcellino, che aveva lasciato la porta aperta, il vento che la robusta signora si portò appresso iniziò a circolare per la casa.

Il fratellino minore si accorse subito dell’arrivo della sua ospite. In effetti, il suo amico aveva ragione: la casa accoglieva il vento e lo distribuiva in ogni stanza rinfrescandola e ricambiando l’aria. Il porcellino si apprestò ad accogliere la signora per farla accomodare nel suo salotto e, dopo aver apprezzato il vestito ricco di fiori, la invitò a rimanere con lui per quella stagione.

Primavera, stupita da quel gesto, fu ben lieta di accettare l’invito e durante tutto quel periodo rimase a casa del porcellino più piccolo, cucinandogli ottimi manicaretti con tutte le primizie che era solita portarsi dietro.

I tre porcellini

Purtroppo i rapporti con il fratello maggiore si erano leggermente incrinati ma, il più piccolo non mancò di invitare il fratello di mezzo per qualche conviviale pranzo insieme.

Il secondo fratello, che aveva avuto la fortuna di abitare al centro tra i due e aveva fatto dell’equilibrio il suo stile di vita, fu ben lieto di veder stanziare Primavera a casa del minore. Parte della brezza arrivava anche nella sua dimora e, grazie al consiglio di tenere le finestre aperte, anche nella sua casa riusciva a trovare ristoro nella calda temperatura.

I tre porcelliniUn giorno, la robusta signora decise di andare a fare visita a casa del fratello maggiore per conoscerlo, tuttavia, questo, ormai arcigno e in lotta con la vita, decise non farla entrare.

La signora, triste per questo gesto nei suoi confronti, smise di far soffiare le sue dolci brezze e così le nuvole temporalesche, che erano lì in agguato, ebbero modo di scatenare la loro furia sulla casa del porcellino più grande.

Fu un vero e proprio disastro!
Infatti, quando aveva fatto costruire la sua casa, il suo progettista non aveva previsto un corretto sistema di drenaggio dell’acqua e soprattutto aveva ricoperto la pavimentazione con cemento qualsiasi, poiché il maiale aveva bisogno di fare grandi manovre con il suo suv.

Non essendoci superfici sulle quali poter drenare l’acqua, questa iniziò ad accumularsi prima sulle cementine, poi sulle raffinate superfici in marmo arrivando a ricoprire anche i rivestimenti in corten. In men che non si dica, la casa del porcellino più grande era sommersa dall’acqua.

Nei giorni a venire, Primavera tornò a casa del fratello minore e il porcellino più grande dovette dormire per qualche settimana in soffitta, nella speranza che la sua casa si asciugasse da tutta l’acqua che aveva assorbito.

I tre porcellini

Il porcellino di mezzo era stato costretto a sorbirsi anche un po’ delle piogge che avevano colpito la casa del fratello maggiore. Tuttavia, per sua fortuna, a seguito di un attento consulto, il progettista bioclimatico e l’ingegnere, che aveva progettato la sua casa, avevano optato di fargli installare un sistema di drenaggio e riuso delle acque piovane. Quel piccolo stratagemma che gli era costato un po’ di più, tuttavia non solo salvò la sua casa ma gli concesse dei rifornimenti di acqua tali che non dovette pagare più la bolletta per i mesi successivi.

primavera dei tre porcellini

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