Usare l’espressione “avere un tetto sopra la testa” vuol dire essere riparati dal freddo o dal caldo, ma soprattutto essere in un luogo sicuro.
La funzione principale del tetto, infatti, è quella di chiudere in sommità i nostri edifici proteggendoci dalla intemperie, essendo la parte più esposta dell’intero edificio soggetta agli agenti atmosferici.
Nel tempo sono state adottate varie soluzioni di coperture per migliorare la resistenza e diminuire il dispendio di energia: in questo articolo vi introduciamo una nuova tecnica che si sta espandendo velocemente in Europa, ovvero il cool roof (letteralmente, “tetto fresco”), che nella nuova legislazione energetica sta entrando in voga come espediente tecnico per migliorare la prestazione energetica del nostro edificio.
La copertura dell’edificio ha la denominazione tecnica di “solaio di copertura orizzontale o inclinato”.
Il termine “solaio” si riferisce non solo al tetto, com’è prevedibile, ma anche ai pavimenti, ovvero ai “solai di calpestio”. In fondo, in un edificio a più piani, il tetto di un appartamento è contemporaneamente il pavimento di quello superiore! Quindi, non è così strano pensare che la stessa parola “solaio” si possa riferire contemporaneamente al tetto e al pavimento di un ambiente.
Chiaramente, rispetto ai solai di calpestio, il tetto riceve maggiori attenzioni nella progettazione: innanzitutto, per i pesi notevoli che deve sopportare; in secondo luogo, per gli strati che lo compongono. Un tetto, infatti, ha bisogno di essere isolato termicamente per mantenere temperature vivibili e costanti all’interno dell’abitazione.
Inoltre, necessita anche di essere protetto dalle intemperie, nel caso della copertura terminale di un edificio, e quindi la sua parte più esposta. In questi casi, infatti, sarà dotato di una membrana che lo renda impermeabile.
Ma torniamo all’argomento in questione: perché è importante usare il cool roof?
Diversi studi hanno fatto notare che in un contesto urbano si viene a formare spesso il fenomeno denominato “isola urbana di calore”.
Si tratta di una zona particolarmente calda della città: si parla di un aumento delle temperature di 4-5° C rispetto alle campagne circostanti1.
La causa di questo surriscaldamento è una vasta alterazione della superficie terrestre con la costruzione di numerosi edifici: ciò modifica la normale rifrazione della luce e la temperatura al suolo e dell’aria.
In termini tecnici, ciò che accade è lavariazione di due valori: l’aumento della trasmittanza, ovvero la capacità di trasmettere calore, e la diminuzione dell’albedo, la capacità di riflettere la radiazione solare in tutte le direzioni. Detto in altri termini, una superficie che trasmette calore non lo riflette mentre, al contrario, una superficie che non trasmette calore, lo riflette interamente.
Considerando che i colori più chiari hanno un indice di albedo maggiore perché riflettono di più la luce che ricevono, il bianco ha un fattore massimo di albedo uguale a 1, mentre il nero un fattore minimo pari a 0.
Abbiamo testimonianze architettoniche antiche che dimostrano come la scelta di forma e colore un tempo fosse l’aspetto principale per iniziare una nuova costruzione: nel Mar Egeo, in particolare, le isole del Dodecaneso e delle Cicladi, ad esempio Santorini ed Astypalaia, hanno caratteristiche di architettura compatta e con colori chiari, per attenuare il calore estivo e riflettere più possibile i raggi solari.
Dopo questo sintetico excursus diamo una descrizione del cool roof.
Il cool roof, tetto fresco, è un sistema di copertura in grado di riflettere la radiazione solare mantenendo fresche le superfici esposte.
In tal modo, questo dispositivo riesce a migliorare il comfort all’interno degli edifici, diminuendo i costi in bolletta.
Questa soluzione è tra le migliori per favorire la riduzione dell’effetto “isola di calore” delle aree urbane. Infatti, il cool roof è un sistema di raffrescamento passivo, ovvero si basa sull’uso di tecniche non assistite meccanicamente per il controllo del calore.
Per fare ciò, si utilizzano materiali ad alta riflettanza solare e ad alta emittanza termica, capaci di ri-emettere il calore sotto forma di radiazione infrarossa. In questo modo è possibile mantenere il tetto fresco anche nelle ore più calde del giorno.
Con il cool roof, infatti, le temperature oscillano tra i 28° C e i 33° C, decisamente inferiori alle temperature dei tetti comuni che si aggirano intorno ai 40°C. La quantità di calore trasmesso all’interno dell’abitazione viene notevolmente diminuita col miglioramento del comfort percepito. Questo, garantisce un risparmio energetico giornaliero per quanto riguarda il condizionamento dell’aria: avendo ambienti freschi “naturalmente” non sarà necessario utilizzare i condizionatori, diminuendo la possibilità di sovraccarico degli impianti.
Il cool roof, inoltre, prevede soluzioni ecologiche o comunque riciclabili: ad esempio, molte aziende specializzate in questa particolare tipologia di prodotto, hanno presentato manti di copertura a base di oli e resine vegetali.
Nella maggior parte dei nostri tetti, invece, troviamo la tradizionale membrana bituminosa nera, un prodotto ovviamente derivante dal petrolio che assorbe il calore anziché rifletterlo.
Ora, non esiste una maniera univoca per descrivere la struttura o la composizione di un cool roof, dal momento che questo può avvalersi di tecniche e materiali molto differenti tra loro.
Quello che definisce un cool roof è la capacità di coibentare gli ambienti sottotetto rendendoli meno soggetti agli sbalzi di temperature dovuti agli agenti esterni.
È importante conoscere i benefici che l’installazione di una copertura di questo genere possono dare agli ambienti della casa.
Optare per un cool roof è una scelta intelligente per chi vuole risparmiare in bolletta, oppure può essere una scelta per chi vuole vivere degli ambienti più sani e confortevoli.
Nel caso che abbiate preso la prima o la seconda scelta, sappiate che state facendo un favore alla vostra città, ma prima di tutto, a voi stessi.
[1] Per contrastare l’eccessivo calore, tra l’altro, si verifica un aumento dell’uso dei condizionatori all’interno delle case, cosa che, paradossalmente, non fa che aumentare l’innalzamento della temperatura dell’aria esterna agli edifici. L’utilizzo dei condizionatori, infatti, rinfresca gli ambienti interni di una casa rilasciando all’esterno l’aria calda prodotta dal condizionatore stesso, oltre ad altri inquinanti ed emissioni di CO2. Ecco spiegato, dunque, il rischio ambientale dell’isola di calore e, di conseguenza, l’importanza di ridurre questo fenomeno..⇑