La terra cruda è storicamente tra i primi materiali adoperati in edilizia. Si distingue dagli altri per la capacità intrinseca che possiede di lasciarsi plasmare.
La reperibilità in situ di questo materiale e le diverse culture che si sono cimentate nel suo uso hanno determinato un’immensa varietà di tipologie di messa in opera. Infatti,

la composizione della terra cavata in sito è un elemento determinante per la scelta del tipo di tecnica da utilizzare.

Terra

La composizione della terra è fortemente condizionata dai fenomeni di pedogenesi1 che hanno determinato le quantità di leganti e inerti per ogni tipologia di terra. Dal momento che, dal punto di vista della scienza moderna e della tecnologia dei materiali, la terra può considerarsi un materiale composito, vediamo più nello specifico da che cosa è formato.

Argilla

Con il termine argilla si indicano quei minerali che non hanno subito un processo di litificazione2. I minerali argillosi hanno caratteristiche fisico-chimiche molto particolari, ad esempio la dimensione micrometrica dei cristalli, che conferiscono loro la capacità di assorbire grandi quantità d’acqua. Queste caratteristiche donano al sedimento argilloso una sensibile plasticità, se miscelato con acqua, e una peculiare refrattarietà, se disidratato.

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Limo

Il limo è un inerte di granulometria fine, compreso tra quello della sabbia e quello dell’argilla. Questo viene trasportato in sospensione dai fiumi e si deposita sul letto dei corsi d’acqua o sui terreni che hanno subito inondazioni. È presente anche in stagni e paludi. Può derivare dagli impianti di lavorazione degli inerti e, più esattamente, dalla sedimentazione delle acque di lavaggio degli inerti stessi.

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Dal punto di vista geotecnico, il limo è la frazione fine di terreno naturale sciolto che non possiede coesione, a differenza dell’argilla. Quindi la sostanziale differenza tra limo e argilla è pertanto legata, oltre che alla granulometria, alle capacità plastiche o non plastiche del materiale.
Distinguiamo: il limo grossolano e il limo fino, a seconda che la sua granulometria sia compresa rispettivamente tra 0,04 mm e 0,01 mm o tra 0,01 mm e 0,002 mm. Tuttavia, la sua composizione chimica varia con la natura mineralogica e geologica del bacino di alimentazione e del letto dei fiumi e dei torrenti.

Sabbia

Chiamata anche “rena”, è una roccia sedimentaria clastica, detta anche roccia detritica, ovvero derivante da sedimenti i cui elementi a loro volta provengono principalmente dall’accumulo di frammenti litici di altre rocce, trasportate in genere da corsi fluviali, correnti marine, venti, ecc.. La sabbia è un materiale granulare e ogni singola particella che la compone è chiamata “granello di sabbia”. La dimensione dei granuli che compongono la sabbia è compresa tra i 2 mm e gli 0,063 mm.

Terra

Le tipologie della sabbia sono le più disparate ed esistono diverse decine di suddivisioni basate su svariati fattori, tuttavia quelli che interessano ai fini della nostra trattazione sono la granulometria e la provenienza.
A seconda della granulometria distinguiamo:

  • grossa, con diametro compreso tra 2 mm e 5 mm, solitamente usata per malte murarie o intonaci rustici molto grezzi;
  •  

  • media, con diametro compreso tra 0,5 mm e 2 mm, usata per murature e intonaci non particolarmente lisci o pregiati;
  •  

  • fina, con diametro compreso tra 0,1 mm e 0,5 mm, considerata una sabbia molto pregiata per intonaci molto lisci.

A seconda della provenienza distinguiamo invece:

  • la sabbia di fiume, letteralmente prelevata dal letto del fiume, la cui peculiarità è quella di non contenere limo e argille. Ciò la rende il materiale più usato nelle costruzioni;
  •  

  • la sabbia di cava, non molto pregiata ma comunque impiegata nelle costruzioni, sempre un po’ terrosa e quindi necessariamente sottoposta a lavaggi per rimuovere le impurità;
  •  

  • la sabbia marina che si secca con difficoltà, perché s’inumidisce molto facilmente e scorre via, pertanto non sopporta i pesi e non dà nessun affidamento. In zone dove l’unica sabbia reperibile è quella marina, si può scegliere di utilizzarla comunque a condizione che si osservino dovute accortezze prima dell’impiego nell’impasto. La sabbia va ripetutamente lavata e risciacquata fintantoché la maggior parte dei sali contenuti siano eliminati.

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Queste sono le tre principali componenti della terra, tuttavia, a seconda della tecnica che si vuole adoperare, è necessario additivare al composto anche uno stabilizzante.

Non esiste una formula univoca per la preparazione dell’impasto di terra cruda, bensì, ogni tecnica richiede un’attenzione particolare.

Nei prossimi articoli analizzeremo le principali tecniche di posa in opera, che risultano essere ad oggi tra le più diffuse in ambito edile negli altri Paesi.

[1] La pedogenesi è l’insieme di processi fisici, chimici e biologici che portano alla formazione di un suolo, nel corso del tempo, a partire dal cosiddetto substrato pedogenetico (vale a dire un accumulo di detriti derivanti da una porzione di roccia madre alterata e disgregata), un materiale roccioso derivante da una prima alterazione della roccia madre. Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera.

[2] Processo di trasformazione di un sedimento in una roccia sedimentaria. È l’insieme di tutti quei fenomeni che interessano il sedimento, a partire dalla sua deposizione e che conducono, per l’appunto, alla litificazione. Questa può avvenire tramite azioni fisiche, ed è chiamata “costipazione”, o tramite azioni chimiche, ed è chiamata “cementificazione”. Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera

La terra

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