L’adobe è un mattone di terra modellato a mano o stampato, che viene lasciato a essiccare per diversi giorni all’aria aperta o in aree coperte. Argilla, limo e sabbia sono mescolati con acqua fino a raggiungere uno stato plastico; talvolta vengono aggiunte fibre vegetali, come la paglia, per ridurre la possibilità della formazione di crepe durante l’essiccazione.
Eccezion fatta per poche realtà industrializzate che realizzano mattoni in terra cruda, come l’azienda italiana di Matteo Brioni, solitamente questi vengono prodotti direttamente in cantiere. Per i fabbricati più piccoli, vengono prodotte piccole quantità di mattoni direttamente in sito, abbattendo notevolmente i costi di fabbricazione.
Interessanti studi dell’architetto iraniano Nader Khalili hanno portato al brevetto di quello che oggi è conosciuto come “Superadobe”: il mattone viene formato versando la terra all’interno di una Earthbag, ovvero un sacco di un polimero sintetico biodegradabile. Successivamente il Superadobe viene impilato e fissato per mezzo di fil di ferro. Così facendo, si ottengono strutture con ottime capacità statiche, capaci di resistere perfino ai restrittivi test antisismici californiani.
Storia
L’adobe originale risale alla rivoluzione neolitica e all’insediamento dell’uomo in Medio Oriente. Mattoni di terra nella classica forma rettangolare, risalenti all’8000 a.C. e formati a mano sono stati trovati a Gerico e in Mureybat. Per ritrovare le prime tracce di formatura a stampo dovremo aspettare circa un migliaio di anni più tardi: alcuni esempi sono stati ritrovati in Çatalhöyük, Turchia.
I centri storici costruiti in adobe e facenti parte del Patrimonio dell’Umanità sono venti, tra cui: Shibam nello Yemen, Bam in Iran,Timbuktu in Mali, Aleppo in Siria, Lima e Messico in America Latina.
Tipologia di terra da utilizzare
- Argilla
- Sabbia
- Limo
- Fibre vegetali
Il processo costruttivo
- La terra viene impastata con argilla, acqua (tra il 15% e il 30% del volume totale) e talvolta anche fibre vegetali, fino ad ottenere un composto plastico e omogeneo;
- Viene predisposto uno stampo, solitamente ligneo, che viene bagnato e rivestito con la sabbia per favorire la sformatura;
- L’impasto viene versato all’interno degli stampi facendo attenzione a riempire ogni singolo spazio, specialmente gli spigoli;
- Il periodo di essiccazione varia dal tipo di terra utilizzata. In generale, il momento della sformatura dei blocchi si effettua quando questi hanno iniziato a staccarsi autonomamente dalle pareti degli stampi a causa della ritrazione del materiale in fase di essiccazione;
- I blocchi vengono posti in verticale per favorire una più omogenea asciugatura che dura uno o due giorni;
- Finalmente i mattoni possono essere stoccati o direttamente impiegati per la costruzione, che viene effettuata utilizzando l’adobe come un mattone di terracotta.
Il processo costruttivo del Superadobe di Nader Khalili